Convergenza Socialista CS socialismo sinistra partito socialista

BENI CULTURALI? UN’ EREDITA’ PER TUTTI GLI ITALIANI

di Rainero Schembri

Nel commento precedente ci siamo soffermati sul primo dei tre pilastri che dovrebbero caratterizzare un nuovo modello di Stato Sociale che, per comodità di esposizione, abbiamo chiamato Modello Diomede. Esso si basava sulla constatazione che l’Italia possiede un tesoro inestimabile rappresentato dai beni culturali che non ha confronti nel mondo. Questo patrimonio, se gestito correttamente, potrebbe bastare da solo per avviare una profonda riforma dello Stato sociale.

Ora affrontiamo il secondo pilastro che, a prima vista, potrebbe apparire molto complicato da accettare sul piano teorico. Secondo il Modello Diomede, infatti, il patrimonio culturale rappresenta un’eredità lasciata a tutti gli italiani che ugualmente e indistintamente sarebbero autorizzati a godere dei relativi benefici economici, semplicemente in quanto cittadini di questo Paese, indipendentemente dal loro reddito. Quindi parliamo di un diritto di eredità e non di una concessione, una regalia o una carità. Ricordava, infatti, Antonio Diomede, come nell’antica Roma Gaio Gracco, autore di grandi riforme sociali, si stupì nel vedere che in coda per l’annona ci fosse anche Lucio Calpurnio Pisone, ricco snob ed ex Console, che così si giustificò: “non approvo la tua decisione di dare del mio al primo che passa, ma visto che comunque lo farai, anch’io voglio la mia parte”.

Anche se può sembrare assurdo ipotizzare un nuovo modello di Stato Sociale che non rimanga circoscritto agli strati più poveri della popolazione, vale la pena di tenere in considerazione la saggezza degli antichi romani che, non a caso, attraverso l’annona avevano istituito il più efficace sistema di assistenza conosciuto nell’antichità. Sistema che tutt’ora, dopo due mila anni, ancora non è stato superato in molti Paesi del mondo.

Lascia un commento